Sì viaggiare. Festival della Letteratura di viaggio

di Aidi Pasian e Pierluigi Cibin

Sabato 4 ottobre, nella splendida cornice di Villa Marcello Loredan Franchin a Ceggia si è svolto l’evento “Sì, viaggiare” Festival della Letteratura di viaggio, organizzata dagli Editori Carlo e Andrea Mazzanti, avviata ufficialmente dopo i saluti portati da Elisabetta Faggiotto, Assessore alla Cultura, da parte di tutta l’Amministrazione comunale, nonché da Angelo Faloppa, Presidente della Confcommercio di San Donà di Piave-Jesolo.

Era presente un nutrito carnet di autori, intervistati nel corso del pomeriggio, per un sostanzioso confronto sui temi del viaggio, declinato non solo attraverso le varie forme della letteratura, ma anche attraverso il giornalismo.

Sotto l’abile guida di Maria Stella Donà in veste di moderatrice, i lavori si sono aperti con la presentazione del lavoro svolto nel territorio, in quasi quattro lustri, dall’APS “G.R.I.L Basso Piave”: la Presidente Aidi Pasian ha messo in evidenza le tante sfumature di ricerca attraverso le quali i membri dell’Associazione hanno fatto conoscere il territorio del Basso Piave. Sotto questo profilo è stata fondamentale la sensibilità dimostrata dagli Editori Mazzanti, primi fra tutti a intuire le enormi potenzialità contenute nelle tre opere pubblicate con loro (P. Cibin – A. Ippoliti, “Vocabolario del dialetto del Basso Piave”; P. Cibin – A. Ippoliti, “Identità del Basso Piave”; A.M. Stefanetto – Stefania Basso, “Rime del Basso Piave”).

Tali volumi, un vero e proprio trittico letterario del Basso Piave, hanno permesso agli autori di essere conosciuti nel territorio e di essere apprezzati dalla ‘gente del Basso Piave’ che ne condivideva le logiche di pensiero espresse e vi si identificava. Da questa condivisione è nato il desiderio di associarsi, dandosi un preciso Statuto. Il passo successivo è stato quello di avviare percorsi didattici nelle scuole, cui aderiscono, fin dal 2009, scuole primarie e secondarie (di I° e di II° grado): queste ultime, poi, hanno offerto un apporto consistente agli sviluppi della ricerca, prima con la pubblicazione di guide turistiche (in tre lingue), poi con la realizzazione di brochure tematiche (riferite ai caratteristici aspetti identitari del Basso Piave) e, di recente, con lo studio dei mestieri presenti a Musile di Piave nell’arco di un secolo, dall’Ottocento al primo decennio del Novecento.

Attraverso un breve excursus fotografico condotto dal Vicepresidente Pierluigi Cibin, in pubblico presente in sala ha potuto prendere visione anche di altri momenti di studio e approfondimento sull’identità territoriale promossi dall’Associazione e riferiti ai tanti eventi messi in atto in così tanti anni, come le varie “Feste di San Martino” organizzate in vari comuni del Basso Piave, o per esempio spettacoli teatrali e, ancora, le sfilate carnevalesche cui ha partecipato in diverse occasioni, sia nella provincia di Venezia sia in quella di Treviso.

Un’esperienza di viaggio, dunque, svolta nello spazio e nel tempo, in un territorio che insigni docenti universitari, studiosi di linguistica (come Manlio Cortellazzo, Silvano Belloni e Alberto Mioni della Facoltà di Padova), fino al 2010 consideravano un’area poco sondata proprio sotto il profilo linguistico, aspetto cui ha invece contribuito l’Associazione con la propria azione di ricerca, esposta attraverso varie pubblicazioni.

La breve sintesi di questo ventennale percorso di analisi dell’identità territoriale, esposto da Aidi Pasian, aveva proprio lo scopo di far emergere cosa un territorio può offrire alla letteratura e, ancor di più, cosa può restituire la letteratura al territorio.

Altre sono le forme di ricerca che si possono condurre nel proprio territorio, seppur con modalità differenti: ad esempio quella affinata da Alberto Pavan e da Romano Toppan, docenti e scrittori legati all’ambito della letteratura greca e latina e allo studio di Dante Alighieri che, nella sua “Divina Commedia”, offre spunti e commenti sempre positivi in riferimento al territorio veneto e trevigiano. Sappiamo che lo scrittore fiorentino viaggiò in diverse occasioni nel nostro territorio, giungendo fino alla Slovenia, tesi avvincente, fatta oggetto di nuovi e recenti studi, che certamente stimolano gli scambi culturali fra il nostro Veneto, il Friuli-Venezia Giulia e la Slovenia, appunto, secondo Franco Rota di Euro Trieste.

Grazie, poi, agli spunti offerti da Tiziano Graziottin, Direttore della Scuola di Giornalismo Dino Buzzati (Ordine dei Giornalisti del Veneto) e moderatore della seconda parte dell’evento promosso a Villa Loredan Franchin, è stato sottolineato come il viaggio abbia sempre caratterizzato anche il giornalismo: anzi, fin da quando è nato, il giornalismo è stato associato alla produzione letteraria, posizione questa ben espressa da Alessandro Cinquegrani, professore ordinario di Letteratura Contemporanea all’Università Ca’ Foscari. Partendo dal punto di vista espresso e messo in atto da Pier Paolo Pasolini, il docente universitario ha sottolineato come in passato l’azione dell’inviato, soprattutto in zone di guerra, costituiva l’esperienza di base, da cui nascevano poi gli spunti letterari per realizzare grandi romanzi (si pensi a quanto accaduto a Ernest Hemingway, che peraltro ha fortemente amato le paludi del Basso Piave, così come Venezia). Negli ultimi anni, però, si è perso questo sostrato fondamentale dell’esperienza giornalistica, che andrebbe invece recuperato perché è di fatto l’unico modo di conoscere un territorio e quello che esso ha da esprimere e, dunque, da far conoscere.

Dopo tanti spunti di riflessione offerti nel corso del pomeriggio, sì è giunti al momento finale della cerimonia di consegna del Premio “Dispatriati”, dedicato ad Opere Letterarie sulle Migrazioni Umane, destinato per questa decima edizione al vincitore Michele Orlando (intervistato da Roberto Nardi, giornalista e già Direttore Ansa Veneto), intervenuto anche a nome di Don Dante Carraro (Direttore di Medici con l’Africa CUAMM).

La conclusione dell’evento è stata affidata a Federico Motta, giovane virtuoso del violoncello, diplomato al Conservatorio A. Steffani di Castelfranco Veneto, che si esibisce in formazioni da camera e orchestrali di musica barocca con strumenti antichi, in performance solistiche che spaziano dal classico al contemporaneo, ma realizza anche colonne sonore per film.

 

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