UNA SERA FRA AMICI…

Ancora una volta, per una consuetudine che ormai attira sempre più amici, interessati o semplici curiosi, l’Associazione “G.R.I.L. Basso Piave”ha risposto all’invito fatto dalla signora Stefania Basso di partecipare ad un ritrovo convivialefoto-cena-29-01-2016-021 da lei organizzato, attraverso il quale poter offrire un aiuto concreto foto-cena-29-01-2016-015a bambini del nostro territorio (e relative famiglie) che si trovino in situazioni di difficoltà economica, andando così incontro ai loro bisogni.

Il convivio si è tenuto, come ormai da vari anni, al Ristorante “Alla Cacciatora”, nella località di Caposile (Musile di Piave), venerdì 29 gennaio.

Come di consueto, l’Associazione ha voluto parteciparefoto-cena-29-01-2016-019 all’evento apportando alcuni risultati di una propria ricerca condotta su foto-cena-29-01-2016-003canti noti e meno noti del territorio del Basso Piave. Uno fra questi, “Marìdete Orelia”, è stato fatto oggetto, per molto tempo, di un voluto oblio, in quanto latore di un messaggio identitario piuttosto caratteristico, certamente ben motivato all’interno del nostroimg_9431territorio, dove non costituiva un’anomalia mettere img_9432in evidenza la capacità gestionale della donna nell’ambito della famiglia.

La donna doveva anzitutto prepararsi alla vita, seguendo nell’ambito della famiglia i modelli forniti dalle donne adulte e imparando fin da subito, attraverso foto-cena-29-01-2016-009ambìte forme di gioco, a gestirsi in piena foto-cena-29-01-2016-017autonomia (le bambine, già attorno agli otto anni, erano avvezze a macellare ed eviscerare da sole pollame o altri animali da cortile). La formazione e la preparazione alla vita, dunque, si concludeva in tempi molto stretti e ben presto la giovane, giunta in età da foto-cena-29-01-2016-016marito, doveva dimostrarsi capace di scegliere non solo un uomo che costituisse davvero un supporto per lei, che facesse emergere le sue specifiche ‘doti’ in quanto a capacità di procurare le risorse che occorrevano alla sopravvivenza del loro nucleo familiare, bensì un uomo capace di inserirsi in modo sinergico e funzionale all’interno dell’ambito gerarchico femminile che, da sempre, gestiva la vita degli individui, come pure, la continuazione generazionale dell’intera famiglia del Basso Piave.

foto-cena-29-01-2016-014A far emergere l’importanza del ruolo che la donna aveva nel territorio del Basso Piave resta, a memoria dei posteri, il famoso detto “na fémena ’a piànta e ’a despiànta na faméja”…

Un messaggio così forte non poteva passare inosservato nel momento in cui, con l’avvento della bonifica, il territorio di palude è stato sottoposto a straordinarie modifiche, non solo ambientali ma soprattutto culturali:foto-cena-29-01-2016-012 infatti, si sono inserite nel Basso Piave nuove logiche di pensiero, provenienti dalla cultura patriarcale delle aree di pianura (nonché dall’imperante modello culturale fascista di quegli anni), che esaltavano maggiormente il ruolo dell’uomo, a discapito img_9444dell’originaria, mitica, memorabile e assoluta centralità della figura femminile nel territorio del Basso Piave.

Questa è, per certi versi, una delle img_9443ragioni per cui si è cercato di far ‘dimenticare’ uno dei nostri canti veramente autoctoni, per quanto esso non si sia ancora del tutto spento nella memoria storica della gente.

img_9429Rinnoviamo il nostro sentito e straordinario ringraziamento a tuttiimg_9434coloro che, con pronta sensibilità, ogni anno rispondono all’invito loro rivolto, unendosi a Stefania Basso e all’Associazione, per far sì che questa  diventi appunto una consuetudine gioiosa e sempre più sostenuta dai consueti foto-cena-29-01-2016-011amici, ma al tempo stesso da altri sempre nuovi, di vera solidarietà e foto-cena-29-01-2016-008condivisione.

Proprio per questo motivo ancora una volta l’Associazione G.R.I.L. Basso Piave si unisce con unanime commozione al sentimento di gratitudine espresso da Stefania Basso nei confronti di vari amici e delle loro famiglie, che di recente hanno perso dei familiari (alcuni ancora in giovane età) e che, con la loro presenza, hanno voluto condividere con noi anche questa loro triste esperienza. Il lutto per la loro grave perdita, oggi, ci viene mitigato solo dal vivo ricordo di quanto essi si sono prodigati in sintonia con il nostro modo di interpretare tali forme di solidarietà.

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